Che Cos’è il Linfedema del Braccio? Sintomi e Cure Efficaci

Vediamo insieme quali sono le cause di linfedema secondario al braccio e quali sono i migliori trattamenti

Il linfedema del braccio colpisce un numero significativo di pazienti dopo interventi chirurgici, in particolar modo donne che si sono sottoposte ad un intervento di mastectomia. Infatti nel 60% dei casi può manifestarsi entro i primi due anni dall’operazione. Questa condizione cronica e degenerativa, si sviluppa quando una parte del sistema linfatico viene danneggiato o ostruito, causando un accumulo di liquidi nei tessuti molli.

I sintomi più comuni che le pazienti riferiscono, includono un persistente senso di pesantezza, gonfiore e talvolta bruciori, oltre ad una significativa limitazione nelle attività della vita quotidiana. Per quello che riguarda il territorio di estensione, il linfedema può interessare l’intero braccio o manifestarsi solo in zone specifiche come la mano o l’avambraccio a seconda di quale parte del sistema linfatico è stata interessata.

In questo articolo, esploreremo insieme le cause, i sintomi e le opzioni terapeutiche disponibili per gestire il linfedema del braccio. Sebbene non esista una cura definitiva, vedremo come specifici trattamenti e accorgimenti possano contribuire efficacemente ad alleviare il gonfiore e migliorare la qualità della vita.

Cos’è il linfedema del braccio: definizione e meccanismi

linfedema del braccio

Il sistema linfatico rappresenta una complessa rete di organi, vasi e linfonodi che svolge un ruolo fondamentale nel nostro organismo. Questa rete è costituita da una fitta maglia di vasi linfatici e da gruppi di linfonodi distribuiti in varie parti del corpo, tra cui collo, ascella, inguine, torace e addome.

Il sistema linfatico e la sua funzione

I linfonodi, che variano in dimensione da una capocchia di spillo a un fagiolo, sono presenti in numero variabile da 20 a 50 nelle stazioni principali, con una media di 600 linfonodi per individuo. Questi organi svolgono tre funzioni essenziali:

  • drenano i fluidi in eccesso dai tessuti verso il circolo venoso,
  • combattono le infezioni attraverso i linfociti
  • aiutano a eliminare le sostanze di scarto prodotte dalle cellule.

Come si sviluppa il linfedema

Il linfedema si manifesta quando la linfa non riesce a scorrere adeguatamente dalla periferia verso il cuore e ristagna nei tessuti. Nel caso specifico del braccio, il fluido linfatico deve scorrere continuamente attraverso una rete di vasi e canali. Quando questo flusso viene inevitabilmente alterato a causa dell’intervento chirurgico, si verifica un accumulo di liquido nei tessuti molli del braccio.

L’attivazione della muscolatura del braccio e le contrazioni nelle pareti dei canali linfatici in condizioni fisiologiche spingono la linfa dalla periferia verso il centro del corpo, mentre le valvole monodirezionali presenti nei vasi linfatici ne impediscono il ritorno contro direzione. Tuttavia, quando questo sistema viene alterato, i liquidi iniziano ad accumularsi negli spazi interstiziali delle cellule presenti nei tessuti molli del braccio.

Differenza tra linfedema primario e secondario

Esistono due forme principali di linfedema:

Il linfedema primario è una condizione congenita, causata da canali linfatici o linfonodi non completamente formati o in numero insufficiente rispetto alla media. Questa forma colpisce prevalentemente le donne ed è stata recentemente inserita tra le patologie rare.

Il linfedema secondario, invece, si sviluppa nel corso della vita e non è congenito. Questa forma compare quando si crea un danno diretto del sistema linfatico, principalmente a seguito di:

  • Interventi chirurgici oncologici
  • Terapie radianti (radioterapia)
  • Traumi
  • Infezioni

Nel caso specifico del braccio, il linfedema secondario compare nel 60% dei casi entro i primi due anni dall’intervento chirurgico di mastectomia. Alcune pazienti presentano un linfedema così lieve da essere difficilmente visibile, mentre altre sviluppano forme moderate o gravi che possono causare disabilità.

Cause principali del linfedema al braccio

linfedema braccio immagini

La chirurgia oncologica rappresenta una delle principali cause del linfedema al braccio. Analizziamo nel dettaglio i fattori scatenanti di questa condizione.

Interventi chirurgici oncologici

La rimozione chirurgica dei linfonodi ascellari costituisce il fattore di rischio più significativo. Nelle pazienti sottoposte a questo tipo di intervento, il rischio di sviluppare linfedema varia tra il 20% e il 30% dei casi. Inoltre, quando il chirurgo asporta più di 15 linfonodi, la probabilità aumenta notevolmente.

Radioterapia e suoi effetti

La radioterapia, soprattutto quando combinata con la chirurgia, può danneggiare ulteriormente il sistema linfatico. Infatti, il trattamento radiante può causare la formazione di tessuto cicatriziale che ostacola il flusso della linfa. Nelle pazienti che ricevono sia la chirurgia che la radioterapia ascellare, il rischio di sviluppare linfedema può raggiungere il 50%.

Traumi e infezioni

Anche piccoli traumi o infezioni possono scatenare il linfedema. In particolare:

  • Punture di insetti o spine
  • Ferite o graffi
  • Ustioni
  • Infezioni cutanee acute

Durante un’infezione, l’organismo produce una maggiore quantità di linfa per combatterla. Tuttavia, se il sistema linfatico è già compromesso, con conseguente riduzione della sua capacità di trasporto, questo aumento può sovraccaricare i vasi linfatici residui.

Fattori di rischio predisponenti

Alcuni fattori possono aumentare la probabilità di sviluppare il linfedema:

L’obesità rappresenta un importante fattore di rischio. Inoltre, recenti studi hanno identificato biomarcatori specifici che potrebbero prevedere il rischio di linfedema con un anno di anticipo. In particolare, bassi livelli di citochine e chemochine plasmatiche potrebbero essere indicatori precoci.

Fortunatamente, nuove tecniche chirurgiche stanno emergendo per ridurre il rischio. La dissezione ascellare selettiva, sviluppata dall’Istituto dei Tumori di Milano, può essere applicata al 75% delle pazienti e riduce del 50% il rischio di linfedema.

Sintomi e stadi del linfedema: come riconoscerlo

Riconoscere tempestivamente i segnali del linfedema del braccio è fondamentale per una gestione efficace della condizione. Analizziamo nel dettaglio i sintomi e gli stadi progressivi di questa patologia.

Primi segnali di allarme

I primi segnali del linfedema includono un fastidioso senso di tensione cutanea e pesantezza nell’arto. Inizialmente, il gonfiore può essere così lieve da non essere rilevato, manifestandosi principalmente verso sera per poi diminuire durante il riposo notturno. Inoltre, la pelle dell’arto interessato può apparire più lucida e pallida rispetto al lato opposto.

I quattro stadi progressivi

Il linfedema, essendo una patologia cronica degenerativa, si sviluppa attraverso quattro stadi distinti:

Stadio 0 (latente): In questa fase, nonostante il trasporto linfatico sia già alterato, non si osserva alcun gonfiore visibile. Tuttavia, alcuni pazienti potrebbero avvertire una sensazione di pesantezza nell’arto. Sottoponendosi ad una linfoscintigrafia o ad una linfofluoroscopia tuttavia possiamo avere la certezza scientifica del malfunzionamento.

Stadio 1 (reversibile): Il gonfiore compare durante la giornata e si riduce con il riposo. La pressione del dito sulla pelle lascia un’impronta temporanea, nota come “segno della fovea”.

Stadio 2 (irreversibile): L’edema diventa permanente e non si riduce spontaneamente neanche dopo il riposo e l’elevazione dell’arto. Il tessuto inizia a diventare fibroso, perdendo la sua elasticità naturale motivo per cui progressivamente il test della fovea (vedi video qua sotto) inizialmente positivo, diventa negativo.

Stadio 3 (elefantiasi): Rappresenta la fase più avanzata, caratterizzata da un significativo aumento del volume dell’arto e alterazioni cutanee come ipercheratosi e papillomatosi spontaneamente irreversibili.

Quando il linfedema causa dolore

Sebbene inizialmente il linfedema risulti indolore, con il progredire della condizione patologica possono manifestarsi vari tipi di fastidio. I pazienti spesso riferiscono una sensazione di bruciore, intorpidimento e difficoltà nei movimenti.

Complicazioni possibili

Le complicanze più frequenti includono:

  • Infezioni cutanee ricorrenti, particolarmente nelle fasi avanzate dove il rischio può raggiungere il 75% dei casi
  • Linfangite, che si manifesta con arrossamento, calore e dolore lungo il decorso dei vasi linfatici
  • Limitazioni significative nei movimenti dell’arto, che possono compromettere le attività quotidiane

Trattamenti medici e terapie efficaci

La terapia complessa decongestionante, rappresenta il cardine del trattamento del linfedema del braccio, integrando diverse metodiche terapeutiche per ottenere risultati ottimali.

Linfodrenaggio manuale: metodi a confronto

Il linfodrenaggio manuale è una tecnica specializzata, eseguita da un Massaggiatore Medicale, che stimola delicatamente i vasi linfatici e le stazioni linfonodali attraverso movimenti ritmici e leggeri. Ogni seduta, della durata di circa 60 minuti, prevede un attento studio del caso per valutare le vie di deflusso linfatico alternative. Bisogna ricordare che questa tecnica è controindicata in presenza di infezioni acute, trombosi o scompenso cardiaco grave.

Bendaggio compressivo e tutori elastici

Il bendaggio multistrato, utilizzato nella prima fase di attacco all’edema, viene applicato dalle dita fino all’ascella, costituisce un elemento fondamentale della terapia. Questo trattamento prevede la sovrapposizione di 3-4 strati di bende a scarsa estensibilità che, associate al movimento, favoriscono il drenaggio della linfa esercitando una compressione sui tessuti congestionati. In Obiettivo Salute, per il bendaggio utilizziamo prodotti della Lohmann&Rauscher con i quali ci siamo sempre trovati molto bene. 

I tutori elastocompressivi, invece, vengono prescritti nella seconda fase, quella di mantenimento, con lo scopo appunto di mantenere i risultati ottenuti, ma senza la complessità del bendaggio multistrato, questi supporti hanno la necessità di essere rivalutati mediamente ogni 6 mesi. In questo caso, consigliamo sempre prodotti della Medi.

Pressoterapia pneumatica

La pressoterapia utilizza apparecchiature con camere d’aria multiple che, gonfiandosi sequenzialmente, creano una pressione variabile per favorire il ritorno linfatico. Questa tecnica non deve mai essere utilizzata (al pari delle altre sopramenzionate) come monoterapia, ma sempre integrata con altri trattamenti, proprio per questo in caso di linfedema al braccio si deve sempre procedere con la terapia complessa decongestionante che prevede l’interazione tra svariati metodi e procedimenti.

Approcci chirurgici innovativi

Nei casi resistenti alla terapia conservativa, la microchirurgia offre soluzioni alternative promettenti. Le tecniche che attualmente riscuotono più interesse includono l’anastomosi linfatico-venosa, che crea collegamenti tra vasi linfatici e sistema venoso cosi da deviare il ritorno linfatico compromesso verso il ritorno venoso integro.

Farmaci e integratori di supporto

Gli integratori contenenti Diosmina e Bromelina possono supportare il trattamento, contribuendo a ridurre l’accumulo di liquidi e l’infiammazione. Tuttavia, è importante sottolineare che nessuna terapia farmacologica si è dimostrata risolutiva nel trattamento del linfedema secondario al braccio.

La gestione ottimale richiede un approccio multidisciplinare, con trattamenti personalizzati basati sullo stadio della patologia e sulle condizioni specifiche del paziente e che potenzialmente verrà rivalutato nel corso delle sedute in base ai risultati conseguiti.

Conclusione

Il linfedema del braccio rappresenta una condizione complessa che richiede attenzione costante e cure appropriate svolte da personale qualificato e aggiornato ai più recenti sviluppi. Sebbene non esista una cura definitiva, le moderne tecniche terapeutiche combinate nella Terapia Complessa Decongestionante offrono soluzioni efficaci per gestire i sintomi e migliorare significativamente la qualità della vita dei pazienti.

Negli ultimi anni si è compreso quanto la diagnosi precoce e l’avvio tempestivo dei trattamenti siano fondamentali. Infatti, quanto prima si interviene, tanto maggiori sono le possibilità di controllare il gonfiore e prevenire le complicanze. Quindi, risulta fondamentale prestare attenzione ai primi segnali d’allarme e consultare rapidamente uno specialista senza aspettare che il sistema linfatico scompesi.

Tuttavia, ricordiamo che ogni paziente risponde diversamente alle terapie. Un approccio personalizzato, che combini diverse tecniche terapeutiche sotto la guida di un team multidisciplinare, offre le migliori prospettive di gestione della condizione nel lungo periodo.

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